L’umanità del vino

Giovedì 6 marzo si è tenuta nella nostra enoteca di Mestre una serata di degustazione con gli amici di Acino Nobile e un relatore d’eccezione, il mitico Walter Massa. Il suo amore viscerale per la propria terra ha coinvolto tutti noi partecipanti, persi fra i suoi mille aneddoti e storie, ma non sono mancati anche temi spinosi condivisi insieme.

Durante la serata abbiamo quindi potuto approfondire il territorio dei Colli Tortonesi, dove da anni Walter Massa ha investito nella valorizzazione del Timorasso, il vitigno più rappresentativo della zona. Ad oggi, dei 1500 ettari vitati, 480 sono da soli coltivati con questa varietà.

Prima di raccontarvi gli assaggi della serata con qualche appunto di degustazione, ci tengo a condividere alcune riflessioni estrapolate dalle parole di Walter Massa.

Anzitutto più volte è tornato sul concetto di “umanità del vino“. Non è semplicemente una bevanda fatta per piacere. Nasce da una “madre”, l’uva, e un “padre”, il territorio. Sono due concetti fondamentali per lui, perché “il vino è una cosa seria“. Per poter bere vino buono oggi serve uva matura senz’altro, ma anche interagire col territorio intuendo man mano quali siano gli interventi prioritari (ciò che Massa chiama anche “buon senso”), come comportarsi in caso di annate difficili, come trattare il prodotto nel modo più genuino possibile.

Walter Massa è quell’artigiano che conserva il fascino di una volta, ma è un produttore al tempo stesso molto attuale.

Alcuni punti di forza fondamentali della sua azienda sono i seguenti.

Reti antigrandine: portare l’uva a fine raccolto è fondamentale perché si sa quanto rischio comporta una grandinata.

Vendemmiatrici automatiche:  una scelta adottata ormai da 40 anni, una tecnologia indispensabile in quanto capace di scartare in autonomia gli acini secchi e non utili in automatico; garantisce anche una minore emissione di CO2.

Tappo a vite: Walter Massa è uno dei 5 “Svitatidi cui vi ho parlato già in precedenza. Per lui questo tipo di chiusura garantisce degli enormi vantaggi rispetto alla capacità di conservazione, l’integrità ma anche longevità del vino nel tempo. Altro fattore pro sostenibilità inoltre, grazie per esempio alla riciclabilità dell’alluminio.

“Coccole” al vino: i cru

La cura di Walter Massa quando si parla di vino è meticolosa e nulla viene lasciato al caso. Ciascun prodotto nasce con una qualità ricercata e preservata. Naturalmente però anche fra le etichette della sua azienda si distinguono prodotti di fascia superiore, come Montecitorio o Bigolla. Quali attenzioni in più ci sono per questi vini? Cambiano quelle che Massa chiama “coccole” nel vigneto, quelle attenzioni ancora più maniacali che occorrono per arrivare alla vendemmia. Ad esempio “prendere il sole di maggio e giugno e portarlo nel bicchiere“, poiché è importare che una maturazione costante sia garantita, affinché l’uva maturi nel modo migliore. Affinché si sviluppino anche più norisoprenoidi possibili, i fantomatici precursori aromatici, quelli che fanno la differenza. E torniamo al concetto del corretto governo in vigneto, delle intuizioni giuste, del sapere come organizzare i lavori.

Perché lui ci tiene che il suo vino sia spettacolare, non ordinario. E per farlo spettacolare ci vuole impegno. Si prende esempio da chi fa bene, da chi opera con la stessa filosofia. E ci si prende anche qualche rischio: questo ha infatti portato Walter Massa ad essere considerato prima quel pazzo del Timorasso poi il re del Timorasso.

Talvolta il gioco è anche capire come valorizzare al massimo un prodotto. Ad esempio per Montecitorio è prevista una fermentazione sui 21/22 gradi, quando di solito si fermentano i bianchi fra i 18 e i 20. Ma per questo vino l’obiettivo non è tirare fuori aromi primari, come ad esempio è utile fare con una varietà aromatica, bensì quelli più complessi.

La degustazione

Tutti questi appunti costituiscono una sintesi dei tanti argomenti chiacchierati con Walter Massa. Un’occasione di trattare anche temi attuali secondo me molto utile a chi non è per forza addetto ai lavori ma che in quanto consumatore può informarsi con trasparenza e schiettezza.

Vengo ora alla degustazione con qualche nota che ho appuntato fra un calice e l’altro.

Derthona 2021

C’è una entry level per approcciare al Timorasso di Walter Massa ed è il Piccolo Derthona, un vino più fresco e immediato. Ma l’etichetta Derthona cambia il registro e con questo vino si comincia a conoscere il Timorasso per le sue qualità migliori. Nel calice questo 2021 appare di un colore brillante, dalle sfumature dorate. I profumi sono ampi, complessi, improntati su note agrumate, di albicocca un po’ disidratata, idrocarburo e lievi note di bruciato. Entra vellutato e morbido per poi completarsi di sensazioni minerali e sapore, buona persistenza. Si apprezzano di questa annata già dei toni di evoluzione, ma la strada per questo Timorasso è ancora lunga!

Derthona 2021 Walter Massa

Montecitorio 2018

Una selezione che nel calice esprime maggiore finezza ed austerità. L’idrocarburo è qui più importante ma molto fine, le note di pesca e albicocca più mature. Anche in questo vino la morbidezza sul palato è immediata per poi chiudere con sfumature più saline.

Montecitorio 2018 Walter Massa

Monleale 2013

Già mio vecchio amore dai tempi una verticale passata, Monleale è una Barbera che si fa amare. Floreale, dotata di speziatura morbida e un sottofondo minerale e di grafite. Ricca ed equilibrata al palato, dove si svolge con profondità e maturità, lasciando tuttavia ancora una piacevole acidità a lasciar trapelare la lunga strada percorsa e quella ancora da fare.

Monleale 2013 Walter Massa

Pertichetta 2015

Con questa etichetta Walter Massa è riuscito nel valorizzare la Croatina, varietà solitamente impiegata come uva da taglio. Cacao foglia di tabacco, frutti di bosco maturi (mora fra tutti). Rotonda, ampia e corposa al palato, dove lascia lunghe note di cioccolato e amarena.

Pertichetta 2015 Walter Massa

Bigolla 2005

L’ultimo dei rossi è Bigolla, una Barbera arrivata al suo ventesimo anno con l’annata 2005. Gode ancora di una certa acidità abbastanza integrata con la parte fruttata per quanto matura. In sottofondo note di sottobosco e tartufo. È certamente incredibile poter degustare un vino con vent’anni alle spalle, anche se per questa Barbera la forma inizia a essere meno smagliante, conserva ancora credibilità e godibilità.

Bigolla 2005 Walter Massa

Anarchia costituzionale 2024

Come si fa a non voler provare un vino dal nome Anarchia costituzionale? L’ultimo calice servito a sorpresa a fine serata si è trattato di un Moscato leggermente frizzante. Io premetto che non amo molto il Moscato dolce e frizzante, per cui immaginate la meraviglia di trovare in questo un vino che invece mi ha entusiasmato!

Mi è piaciuto per la sua freschezza ed equilibrio, c’è una piacevole acidità che stempera la parte dolce che comunque non risulta stucchevole. La parte aromatica sprigiona gradevoli e delicate note di pesca, mandorla pelata e scorza di limone.

Anarchia Costituzionale 2024 Walter Massa

Esperienze

E’ sempre un piacere poter conoscere e confrontarsi con quei produttori che hanno fatto la storia del loro territorio ma anche un po’ la storia del vino italiano stesso. Sono stati rivoluzionari, visionari, hanno creduto quando nessuno era disposto a farlo. Hanno ancora oggi quella stessa grinta di raccontarti ogni singolo calice con una profondità che va oltre una scheda tecnica, oltre le cose che “bisognerebbe sapere”, sono pronti a ribaltare ogni certezza che avevi finora. Sono ancora pronti a fare la differenza. Walter Massa è tutte queste cose insieme.

Grazie maestro, un piacere averti conosciuto.