Due parole sul Gewürztraminer
Il Gewürztraminer è uno dei vini mediamente più richiesti in enoteca, nonché una di quelle referenze che tendenzialmente fa sentire il cliente sicuro dell’acquisto. Eppure al tempo stesso è il vino che “non piace a tutti“, e infatti io per primo non sarei un suo grande fan. Sono sempre curioso di capire cosa renda certi vini dei “fenomeni”, e soprattutto perché hanno così tanto successo al punto che se ti manca quella referenza in enoteca sembri un traditore della patria…!
Indubbiamente il Gewürztraminer è un vino che si distingue fra tutti – e anche fra tutte le varietà simili – per la sua ampia aromaticità, i sentori profusi e persistenti che per molti risultano accattivanti. Danno un’idea di morbidezza, talvolta dolcezza, e mi sono reso conto che a moltissime persone questa caratteristica nel vino tendenzialmente piace. Al tempo stesso il Gewürztraminer ha struttura, corpo, talvolta lo stesso grado alcolico si aggira intorno ai 14°, il che aiuta a non renderlo un vino banale e troppo beverino. Insomma, o lo ami o lo odi per tutte queste sue caratteristiche.
Approfondire
Ma il bello nel mondo del vino, talvolta sta proprio nell’approfondire, nel cercare le sfumature, nel non limitarsi a dire “questo non fa per me”, ed essere volentieri alla continua ricerca di quel produttore che magari ci fa scoprire quel valore aggiunto in più, un potenziale non considerato. Ovviamente non intendo dire che dobbiamo per forza farci piacere le cose! Ma intendo che spesso ci limitiamo ad assaggiare solo una volta una varietà di vino e se non scatta la scintilla la storia è finita per sempre.
Il Gewürztraminer per me non era mai stato un vino che avrei definito “accattivante”, pur riconoscendone un po’ l’unicità fra gli aromatici. Proviamo però a pensare alle sfumature a cui accennavo. Banalmente: che Gewürztraminer stiamo bevendo? Da che vigneto proviene e che caratteristiche e qualità assorbe dal territorio? Fa solo acciaio o subisce un passaggio in legno? Che vino vuole comunicare il produttore? Potremmo esplorare all’infinito le curiosità legate all’origine di un vino.
Io ad esempio mi ero sempre soffermato sui Gewürztraminer giovani, e pur avendone provati di oggettivamente validi, comunque non mi facevano scattare la “scintilla” che mi facesse dire “mi porto la bottiglia a casa”. La storia è cambiata quando ho assaggiato uno dei Gewürztraminer per me attualmente fra i più buoni mai provati. Era il Nussbaumer di cantina Tramin (ve ne avevo parlato qui). Un vino dotato di grande finezza e complessità, soprattutto – incredibilmente – degustato dopo diversi anni di affinamento in bottiglia. Soprattutto, nello specifico di Nussbaumer, per un vino che non affina in legno e i cui terziari sono tutta “roba sua”. Avevo trovato quel Gewürztraminer che aveva molta stoffa da raccontare e da vendere, che aveva saputo ammaliarmi e raccontarmi un potenziale che non conoscevo.
L’assaggio di questo ed altri vini a base di Gewürztraminer assaggiati in occasione della visita guidata da Tramin, mi aveva fatto capire quanto vi ho detto prima. La continua ricerca a volte ci porta a scoprire chi fra i vari produttori più valorizza ed interpreta i prodotti del proprio territorio. E all’interno di questa ricerca finiamo anche col trovare inevitabilmente i vini che più ci fanno emozionare.
Contento di aver quindi dato un’opportunità al Gewürztraminer di appassionarmi, mi sono chiesto quando ne avrei assaggiato nuovamente uno capace di darmi così tanta soddisfazione. La risposta è arrivata dopo che ho assaggiato il Gewürztraminer Riserva di Peter Zemmer, e questa è un’altra storia.
Il Gewürztraminer Riserva 2013 di Peter Zemmer
Avete presente quando decidete con gli amici di fare quei ritrovi “pane e salame”, quelli dove si ha voglia di provare qualche vino interessante senza la formalità di una cena strutturata. Quelli in cui insomma l’abbinamento serve più da sostanza, perché il focus è concentrarsi sui sapori del vino (e anzi ben vengano gli abbinamenti semplici!).
Ecco, durante una di queste occasioni mi viene fatto assaggiare questo Gewürztraminer Riserva 2013 di Peter Zemmer. La cantina, situata a Cortina sulla Strada del Vino, è fra le più rinomate dell’altoatesino. Il suo attuale proprietario Peter è la terza generazione a conduzione della tenuta, fondata nel 1928 dal prozio omonimo Peter Zemmer.
Attualmente non sono riuscito a risalire a ulteriori descrizioni tecniche su questa bottiglia, poiché ho inteso che non esiste più una versione “riserva” di Gewürztraminer e che attualmente il Gewürztraminer più importante dell’azienda è il cru Frauenrigl. Appena e se possibile mi riserverò di aggiornare questa informazione, intanto mi limito a raccontarvelo attraverso le sensazioni che mi ha suscitato.
E’ stato un assaggio incredibile. A partire dal colore, aspetto che spesso sottovalutiamo, di un bel dorato e dalla luminosa vivacità. L’aspetto olfattivo decisamente soddisfacente, ricco di un’intensità aromatica molto raffinata e ben evoluta. I sentori quelli di pera matura, zenzero, mango disidratato, scorza di agrume, pasticceria, petalo di rosa appassita. Queste note più morbide e dolci erano ben contrastate da altri sentori più freschi, cenni balsamici e pepe bianco. Il sorso ampio, asciutto e di buona persistenza, peccava solo nella componente acida, lievemente calante ma comunque presente.
Che bello quando un vino è capace di tali soddisfazioni, soprattutto quando lo si scopre nella sua evoluzione.
Ho voluto raccontarvi questo vino che per certi versi è ormai unico ma d’altra parte quale vino non lo è? Per alcuni vini mi è inevitabile voler fissare le riflessioni che mi ha suscitato (come quella che ho fatto a inizio articolo), dar vita alle mie semplici annotazioni cercando di trasmettere anche qualcosa in più. Quali sono i vini che vi fanno vibrare dentro?
Alla prossima!