Vade…mecum

Ho amato Non me la bevo sin dalla sua prima pagina. E recensire questo libro è per me più che altro un onore, vista la stima che ho del suo autore, Michele Antonio Fino, Professore Associato di Fondamenti del Diritto Europeo presso l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo.

Colto, brillante, preciso ed intrigante, questo libro offre soprattutto la possibilità di tornare a riflettere sulle nostre scelte di consumatori. Perché oggi siamo diventati dei consumatori sempre più in balìa di mode, etichette, tendenze, del “si è sempre fatto così“, e ci siamo impigriti. Al punto che non sempre facciamo delle scelte che siano anzitutto ponderate, e poi magari anche di qualità.

Le pagine di Non me la bevo nascono non con l’intento di fare della critica, semmai di offrire un punto di vista critico e imparziale. Il professor Fino non intende infatti con questo volume sciorinare nozioni o imporre un pensiero personale. Fa semmai di questo volume un vademecum, dove informazioni, aneddoti, questioni normative, fatti storici (e attuali) concreti spronano il lettore ad una sana informazione. Il suo è uno spirito divulgativo animato non tanto dalla voglia di giungere a una verità assoluta, bensì di sensibilizzare il consumatore ponendosi anzitutto con un atteggiamento di confronto e ricerca.

Un’attenzione particolare è dedicata alle vicende delle società, dalla cui evoluzione dipendono le bottiglie che oggi amiamo stappare, con la fiducia che la scoperta di ciò che sta dietro a molti racconti, perlopiù interessati, possa aiutare il lettore ad amare ancor più di prima questa bevanda, dotata di indiscutibili caratteri di unicità.

“Pungenza” genuina

In queste prime righe vi ho fornito quindi delle ottime ragioni per prendere in considerazione l’idea di leggere un libro che, personalmente, ho trovato davvero di stimolo.

Eppure, il titolo di questo articolo vi avvisa che per certi versi Non me la bevo potrebbe risultarvi un libro scomodo. Perché non risparmia di affrontare anche quel genere di informazioni che spesso preferiamo non ascoltare ed ovviare, specialmente noi italiani che siamo sempre un po’ tendenti all’anarchia.

Quindi il professor Fino si prende la briga – fermo nel suo intento di informare e non influenzare – di parlare anche di argomenti che suscitano polemica. Affronta tenaci luoghi comuni radicati nel tempo e nella cultura, e non teme magari di “smitizzare” anche alcuni personaggi di riferimento come Soldati o Veronelli, sempre tuttavia rispettoso e garbato del lavoro altrui.

Voglio pertanto valorizzare il lavoro dell’autore considerando che quello che potrebbe risultare a tratti un libro pungente e quasi irriverente per qualcuno, a mio avviso ci rimanda a un monito ben più genuino. Bere con consapevolezza e informarsi infatti, è ciò che consente di godere molto di più di quel valore edonistico che oggi attribuiamo al vino. Come recita la copertina del libro: “godersi il vino consapevolmente senza marketing né mode“.

I giusti interrogativi

Non me la bevo mi è piaciuto anche perché il libro è una stesura scorrevole frutto di una competente ricerca e studio. Ma soprattutto perché al lettore è quasi chiesto di partecipare al filo dei ragionamenti, a non leggere solo passivamente. Il professor Fino elabora infatti fra le sue righe anche alcuni interrogativi costruttivi.

Ad esempio il vino del contadino è sempre il migliore? E se la biodinamica avesse delle “falle” nel sistema? Perché ci autoconvinciamo che il vino faccia buon sangue e qual è oggi il vero concetto di salute? Quale vino è davvero il migliore da bersi? In sostanza: qual è davvero la direzione giusta da prendere?

Ma ancora una volta questo libro non intende fornire risposte, intende fornire fatti su cui elaborare un pensiero costruttivo e utile a fare delle scelte non più a caso. Quella di Michele Fino una magistrale capacità di argomentare temi ampi e talvolta complessi con un atteggiamento non giudicante, semmai di apertura e confronto verso il lettore, ponendosi per primo come un consumatore odierno che è chiamato a fare delle scelte ragionate.

Buona lettura

Oltre ad avere letto il libro, ho avuto il piacere di assistere a una presentazione tenutasi presso la libreria Lovat di Treviso. Felice di aver trovato anche di persona un protagonista carismatico e competente, così come lo si legge fra le sue righe. Se avete occasione di beccare una presentazione nella vostra città non mancate l’appuntamento perché sarà un’occasione di confronto meritevole.

Auguro a tutti una buona lettura (se in qualche modo ho contribuito a stuzzicare la vostra curiosità di leggere) e rinnovo al professor Fino la mia riconoscenza e stima per il suo lavoro.

Ad maiora!