Dall’Oltrepò Pavese all’Emilia Romagna
Seconda parte di appunti dedicati ai migliori assaggi fatti a Vinitaly 2023 (qui la prima parte!). La seconda realtà che volevo approfondire un po’ di più era l’Emilia Romagna e i suoi vini tipici, che ho sempre un po’ apprezzato ma che ad oggi ho bevuto ancora troppo poco! A volte di questa regione penso un po’ che sia la più “italiana”, per lo meno dal punto di vista enogastronomico, anche se ovviamente ogni regione dà un contributo meraviglioso alla nostra preziosa ricchezza di cibi e vini stupendi! I sapori di questa terra hanno tuttavia un gusto confortevole, familiare, che rende ogni forchettata o sorso un’esperienza godereccia e affabile.
Ma basta fantasticare e torniamo ai vini! Al Vinitaly 2023 sono stati diversi i vini che mi hanno piacevolmente colpito.
A proposito di Lambrusco
Super conosciuta per i suoi spumeggianti e vivaci Lambrusco, è forse per gli stessi ancora troppo sottovalutata. Permane un’idea collettiva che il Lambrusco sia un vitigno/vino banale, eppure sono sempre di più i produttori che ne stanno valorizzando il potenziale. Basti pensare a quante varietà esistono di Lambrusco per sottolineare che non si può generalizzare quando si parla di Lambrusco! Meraviglioso anche spumantizzato in metodo classico, dove rivela una classe inaspettata.
Ecco quelli che ho preferito al Vinitaly 2023.
Vigna del Cristo – Cavicchioli
Sorbara in purezza, un tripudio di note fruttate succose al naso, dai piccoli frutti rossi a una sfumatura di buccia di arancia rossa. Secco e sapido, di ottima freschezza, molto accattivante! La stessa azienda produce un metodo classico ancora più intrigante, il Rosé del Cristo, un ottimo esempio per dimostrare la potenzialità del Lambrusco. Finezza ed eleganza, bollicina cremosa e minerale. 36 mesi sui lieviti che donano a questo spumante una bella personalità.
Bocanegra – Oinoe
Lambrusco Maestri con una piccola percentuale di Ancellotta, offre al naso intense e vivaci note vinose e di mirtillo e lampone. Anche il colore è accattivante, vivace e quasi brillante nelle sue tonalità violacee. Il sorso è asciutto e molto fresco, sgrassante, conviviale.
Lambrusco di Sorbara – Il Selezione – Francesco Vezzelli
Grande finezza anche per questo Sorbara di Francesco Vezzelli, dal colore intenso, quasi corallo. Ha un timbro sbarazzino, fruttato, polposo, è molto piacevole. Nel complesso rivela un sorso morbido, pur mantenendo un finale bello secco.
La vera chicca di questa azienda però è un esperimento che spero si concretizzi presto! Ho potuto infatti assaggiare un test di Sorbara affinato 72 mesi circa sui lieviti, davvero una meraviglia! Intenso, complesso, con mature note di tostatura e crosta di pane, agrume. Un palato secco e verticale, una bollicina fantastica.
Bruno Zanasi – Grasparossa di Castelvetro
Brillante e vivace nel colore, al naso presenta una bella personalità di frutti di bosco freschi, quasi un po’ di spezia, il tutto molto fresco. Nel calice è secco e succoso, dalla bollicina fine e cremosa.
Altre proposte
Podere la Grotta
Podere la Grotta è forse l’azienda che più mi ha colpito nel mio piccolo iter emil-romagnolo! Aspetto intrigante è il fatto che si tratta di una realtà di 12 ettari circa, circondata da un’area boschiva fertile e favorevole alla biodiversità. Mi ha presentato tre bianchi tipici locali, a cominciare dall’Albana secco Damadora, annata 2021 e 2022. Mi ha molto colpito perché pur facendo solo passaggio in acciaio, la 2021 ha presentato un bel ventaglio di profumi abbastanza complessi e nobili. Sapido e di corpo, dotato di una leggera nota tannica e buona persistenza. La 2022 invece più tendente al floreale e al fruttato freschi, sempre di buona sapidità e corpo.
L’assaggio successivo, il Trebbiano Cà Rotte 2021, che affina in acciaio più barrique, è stato un altro bel vino da scoprire. Presenta una ricca mineralità e freschezza, sentori di frutta esotica, sapidità e ottimo corpo.
Finisco con il Famoso, uva locale che ancora non conoscevo, una bella proposta per chi ama sentori aromatici. Agrumi e un bel piglio floreale, molto fresco e vivace.
Malvasia di Candia aromatica
Un vitigno che amo per la sua fresca complessità e profumi, meno “dolci” rispetto ad altre varietà aromatiche, e più tendenti a sfumature vegetali e minerali.
Tre nuove scoperte:
La Malvasia di Cantina di Vicobarone, realtà cooperativa che conta 106 soci conferitori di uve di qualità selezionate. Un’azienda che punta anche a valorizzare una viticoltura e una filiera sempre più sostenibile a 360 gradi. La Malvasia che assaggio aderisce proprio al progetto VIVA. Si tratta di una Malvasia frizzante, fresca, croccante e sapida, resa ancora più accattivante proprio dalla fine bollicina che le conferisce un tono un po’ estivo.
La Malvasia di Santa Giustina, altra bella scoperta dei Colli Piacentini. Ho potuto testare altri vini loro in generale, anche rossi, ma la loro Malvasia è il prodotto che più mi ha colpito tra quelli degustati. I profumi richiamano le erbe aromatiche più fresche come la salvia e la mentuccia, insieme a una piacevole e rinfrescante nota più agrumata di cedro. Secca, sapida e di buona persistenza, con il valore aggiunto di un tono alcolico contenuto, 12 gradi.
La chicca è invece la Malvasia di Candia passita di Tenuta Pernice, le cui uve sono vendemmiate a mano e successivamente poste ad appassire in cassette disposte in ambiente ventilato per 6 mesi. Affina 6 mesi in botte, ed offre un vino di straordinaria raffinatezza, squisito dai profumi, con note di albicocca, resina e pino, al gusto, vellutato e non stucchevole.
Spergola
Totalmente inedito per me questo vitigno che non conoscevo ancora! Da Casali Viticultori, azienda nei pressi di Scandiano, spuntano fra le varie etichette due che catturano la mia attenzione.
Il Cà Besina sans année, sboccato a marzo 2022, presenta profumi garbati e maturi di crosta di pane, pasticceria, mineralità, uniti a un sorso fresco e sapido. Il millesimato 2017 invece ancora più complesso e raffinato, con note fragranti, dai richiami sulfurei e di piccoli fiori secchi come la camomilla.
Purtroppo è stata l’unica azienda che ho scoperto lavorare la Spergola poiché era ormai fine giornata, ma mi hanno senz’altro incuriosito ad approfondire il potenziale di questa varietà! Della stessa azienda interessanti anche il Lambrusco Pra di Bosso (blend di Salamino, Maestri e Malbo gentile), e Invernaia, un rosso di buon corpo e personalità da uve Merlot, Cabernet e Malbo gentile.
Con la scoperta della Spergola ho concluso il mio itinerario in Emilia Romagna per dedicare un po’ di attenzione anche ad altre realtà che ero curioso di scoprire, e che già conosciute invece sono tornato volentieri a riprovare. Anche qui il mio tempo è stato troppo poco, ma abbastanza per farmi venire una voglia matta di tornare anche direttamente nel territorio a conoscere di persona queste belle aziende.
Per oggi però è tutto, ma non mancherò di segnalarvi altri super assaggi che ho potuto fare al Vinitaly 2023!