Ovvero: tra i migliori bianchi che io abbia mai assaggiato!
Un articolo veloce, di quelli che scrivi di getto per raccontare più che altro un’emozione! Anche perché tante informazioni sul vino di cui vi sto per parlare non sono riuscito a recuperarne (né ad essere sinceri avevo voglia di farlo).
Il Pouilly Fumé Tonelum è infatti uno dei bianchi più buoni che io abbia mai assaggiato e di questo voglio parlarvi. Perché mi faccio sempre volentieri portavoce della filosofia che i vini bianchi dovrebbero essere visti non solo come vini leggeri e poco longevi. Alcune varietà hanno ampiamente dimostrato il contrario, regalando calici straordinari! Questo Pouilly Fumé è uno di quelli. E’ anche uno di quei calici unici, che se assaggi due volte sei fortunato, perché le bottiglie sono contate. E in effetti la bottiglia in questione era una 1998, aperta alla cieca dal mio amico Stefano. Aperta durante una cena dove lo abbiamo sorseggiato più volte, ma mai per forza abbinato a qualcosa. Era infatti un calice infinito, che a ogni assaggio rivelava nuove sfumature. E non si aveva per forza voglia di “abbinarlo”, semmai di scoprirlo.
La seconda volta che l’ho bevuto invece, ho voluto pensare anche all’abbinamento: un bel piatto di baccalà e polenta!
Da un vino datato ti aspetti magari note terziarie, ma l’eleganza secondo me non è così scontata, e questo Pouilly Fumé ne aveva da vendere! Un bellissimo Sauvignon blanc intrigante, che si è fatto strada con squisite note agrumate, di cioccolato bianco, mineralità e idrocarburi. A metà serata aveva ancora tutte queste cose, ed era ulteriormente arricchito di sfumature di caramello bruciato, cenere, fiori gialli passiti. Il sorso sempre vellutato e ricco, ma garbato come chi vuole entrare in punta di piedi. Non so dirvi se il Pouilly Fumé è un vino che nasce per invecchiare, ma di sicuro ho scoperto che ha tanta potenzialità!
E quindi bianchetto a chi?!
Questo assaggio, anche se lo blatero già da un po’, mi ha ispirato l’inaugurazione di un nuovo “motto”: #bianchettoachi?!
Vi capita mai di assaggiare dei vini bianchi che contrariamente a quello che immaginavate, se datati, vi hanno positivamente sorpreso? E che incredibile prestanza che hanno manifestato quando magari pensavate che solo ai vini rossi fosse destinata la capacità di invecchiare bene?
Ovviamente non è una prerogativa di tutti i bianchi, ma d’altronde neanche tutti i vini rossi sono destinati a vivere a lungo.
Secondo me comunque al di là di queste congetture, è sempre bello scoprire come un calice riesce ad emozionarti, e sì, è proprio figo quando si tratta addirittura di un vino di qualche anno!
Quali sono stati i vostri “bianchetti” del cuore?
Alla prossima!