Continua il viaggio

Siamo alla seconda parte di viaggio dedicata ai migliori assaggi che ho degustato all’ultima edizione del Vinitaly (trovate qui la prima parte). Siamo passati dalla Basilicata, alla Puglia, al Molise, e ci ho tenuto a raccontarvi di 3 aziende che ho ritenuto esemplari per il proprio territorio.

Oggi proseguiamo in Campania, Toscana, per finire con una coloratissima Sicilia.

I miei migliori assaggi

Campania

Cantina I Vini del Cavaliere

Nella Campania di Capaccio Paestum spicca la realtà de I Vini del Cavaliere, fra i cui assaggi ho trovato forse uno dei vini che più ho apprezzato di tutta la mia giornata di Vinitaly 2022. Si tratta di Leukòs, un 100% Fiano prodotto su un terreno di tipo sabbioso-calcareo; gli acini del frutto sono pochi e piccoli, ma molto concentrati. Questo bianco spicca per la piacevole complessità olfattiva, intrisa di note di frutta tropicale, cenere, tocchi di cera d’api grande mineralità, un sorso intenso e sapido.

Altra etichetta interessante è rappresentata da un rosato, il Paistom, ottenuto da Aglianico affinato in acciaio, che conquista per l’esuberanza fruttata e speziata e il sorso gustoso e sapido.

Leukos Paestum bianco azienda I vini del cavaliere Paistom rosato azienda I vini del cavaliere

Cantina I Capitani

Spostandoci invece nell’Avellino, incontriamo l’azienda I Capitani, da segnalare in particolare per le valide proposte di vini a base di Aglianico. Si parte dal Guaglione, un prodotto base che affina in solo acciaio, che spicca per le sue note fruttate e fresche ma senza mancare di qualche intrigante sfumatura speziata. Da consumare soprattutto giovane e da provare anche con qualche preparazione succulenta a base di pesce. C’è poi il Jumara, per cui è previsto un passaggio in botte per 6-8 mesi; più complesso e deciso nel carattere, ma contraddistinto al tempo stesso da equilibrio ed eleganza, un vino di bella personalità.

Infine il Taurasi, grande espressione dell’Aglianico di questa zona, le cui uve, raccolte verso fine novembre, provengono da vigne vecchie 50 anni. Un vino austero e importante nel calice, dal sorso asciutto e persistente, dai richiami balsamici e speziati.

Jumara aglianico azienda I Capitani Taurasi azienda I Capitani

Toscana

Cantina Tornesi 

Faccio solo una brevissima tappa nel padiglione Toscana, ma incontro questa bella azienda che è Tornesi, produttrice di vini nel Montalcino, con circa 25-30mila bottiglie annue. Il loro Rosso di Montalcino è un favoloso biglietto d’ingresso, che già rivela la personalità di questo grande territorio. 100% Sangiovese, si offre come vino vivace e grintoso, apprezzabile per la sua freschezza e sapidità.

Il loro Brunello, sempre espressione di Sangiovese in purezza, affina per circa 24-30 mesi in rovere, ed è un sorso ricco di eleganza e finezza, ancora in divenire, ma che promette una lunga e prosperosa evoluzione. Finemente intenso, lungo e importante nel calice. La sua Riserva, prodotta solo nelle migliori annate e selezionando le uve migliori, affina invece 36 mesi in rovere, e si esprime con altrettante note speziate, di tabacco e cuoio, piccoli cenni balsamici. Lungo e persistente, ricco altresì di eleganza.

Rosso di Montalcino azienda Tornesi Brunello di Montalcino Riserva Tornesi

Cantina Capezzana

Torno da un caro amico produttore, Filippo Contini Bonacossi e la sua Tenuta di Capezzana, proprietà storica della famiglia che ha contribuito enormemente a dare risalto alla zona di Carmignano. Non sono mai abbastanza le parole che spendo per raccontare i loro vini, che mi emozionano particolarmente e non nego essere fra i miei preferiti!

Ad accogliermi un calice di Trebbiano annata 2002, l’ennesima prova dei fatti che i vini di questa zona sfidano il tempo senza risentirne, e si offrono con complessità ed austerità impeccabile. Frutto di un’annata complessa, dove tuttavia la peculiarità più curiosa è stata una vendemmia di uve Trebbiano totalmente botritizzate! Il colore intenso e tendente al dorato, i profumi ampiamente fini e terziari, con note di fumo e sottobosco, lungo e appagante.

Sincero ed emotivo come sempre anche il Ghiaie della Furba, uno spettacolare “Supertuscan“, un vino davvero sempre intriso di eleganza e complessità. Assaggio l’annata 2005, gustandone i profumi di spezie dolci, leggera balsamicità, sfumature di tartufo ed erba tagliata, un gusto lungo e persistente ricco di freschezza ed avvolgenza.

Non si può chiaramente perdersi un assaggio anche del loro Vin Santo, squisita chicca dolce fra i più prelibati e riconosciuti a livello mondiale.

Trebbiano azienda Capezzana Ghiaie della Furba Capezzana

Sicilia

Cantina Al Cantàra

Dal punto di vista delle novità per me, e da quello che i miei amici di Acino Nobile definiscono “fattore wow” per il consumatore, l’azienda Al Cantàra è quella che più mi ha colpito in questa edizione di Vinitaly 2022. A partire dalle coloratissime etichette, sino alla singolare vocazione portata avanti dall’azienda. Ovvero, quello di offrirsi come ambasciatori non solo del buon vino, ma anche dell’arte e della poesia. Sì, perché ciò che contraddistingue questa azienda è proprio la volontà di creare una fortunata sinergia fra questi tre elementi, avvalendosi, fra l’altro, anche di artisti locali. Lo stesso nome Al Cantàra deriva dall’arabo e significa ponte, a suggellare ulteriormente l’unione fra vino ed arte.

Dal punto di vista della produzione, il loro focus è soprattutto il Nerello mascalese, vitigno simbolo della zona. Ci troviamo infatti alle pendici dell’Etna, una delle zone più vocate e prestigiose della Sicilia. Qui in Nerello si esprime con potenza e struttura, grande freschezza, ma anche eleganza nelle versioni più complesse.

Ho apprezzato in particolare Re Befè, Nerello mascalese spumantizzato a metodo classico con 3 anni di affinamento sui lieviti, singolare e dotato di freschezza vivace, cremosità e sapidità.

E ancora A Nutturna, il loro Nerello vinificato in bianco, gustoso e sapido, dai profumi mediterranei, nonché Amuri di Fimmina, i Amuri di Matri, la proposta in rosato. Il suo colore è accattivante e intenso, e stuzzica per i profumi intensi di frutta fresca e spezie, note agrumate di pompelmo rosa, sapidità e buona struttura al palato.

Chiudiamo egregiamente con il passito Lu Disìu, dotato di un invitante colore quasi “granato”. Le sue note olfattive intense e fini con sfumature di fico d’india, dattero e canditi, un palato morbido e affatto stucchevole.

re befè Nerello spumante azienda Al Cantàra Amuri di fimmina, amuri di matri, rosato azienda Al Cantàra Lu disiu nerello mascalese passito azienda Al Cantàra

Conclusioni

Questa edizione di Vinitaly 2022 è stata senza dubbio una ventata di aria fresca, la possibilità di tornare a confrontarsi con produttori, assaggiare nuove realtà ancora poco conosciute, rivedere vecchie amicizie. Ho voluto selezionare gli assaggi che ho ritenuto migliori, ma ho incontrato anche altre aziende interessanti che approfondirò prossimamente. E il vostro Vinitaly come è stato?

 

Alla prossima!