Anfora, eno…zioni senza tempo
Vini in anfora: che ne pensate? Lo scorso mese abbiamo organizzato in enoteca una degustazione guidata dedicata a 3 etichette dell’azienda Erzetič, appartenenti alla linea “Amfora”. Di che si tratta? Si tratta di particolari vini prodotti da Erzetič per i quali è prevista una maturazione “insolita” rispetto a un più tradizionale passaggio in legno. Per essi è infatti previsto un tempo di permanenza anche in anfora, un recipiente di argilla sepolto sotto terra dove i vini sono lasciati macerare per lungo tempo a contatto con le bucce.
L’impiego delle anfore è in realtà una tecnica che ci arriva dal passato, ma che qualche produttore ha continuato ad adottare anche in tempi non sospetti. Ad oggi si sta un po’ riscoprendo e valorizzando anche su più ampia scala, pur rimanendo una produzione di nicchia.
Pensate che questo materiale è quello più antico associato al vino, e le sue origini sono da ricondurre soprattutto alla Georgia, dove si producono da sempre le terracotte destinate alla fermentazione e all’affinamento dei vini. I contenitori non sono smaltati al loro interno, ma ricoperti da un sottile strato di cera d’api, mentre esternamente sono ricoperti da uno strato di calce. Sono quindi messi sottoterra, una tecnica che consente di mantenere adeguate le temperature nel corso delle varie fasi di vinificazione.
Non voglio dilungarmi nell’argomento in quanto non mi considero affatto un esperto, e la degustazione dei vini di Erzetič è stata per me la prima vera degustazione con cui mi sono approcciato a questa tipologia di vini. Ma è un’esperienza che mi ha indubbiamente dato l’opportunità di soffermarmi non solo su una tecnica produttiva inedita per me – la conoscevo solo per sentito dire – bensì anche su diverse sfumature organolettiche a cui non sono abituato.
Vi racconto quindi le mie impressioni sui tre vini in degustazione!
Erzetič, spirito dal Collio Sloveno
Con Erzetič ci troviamo nella zona del Collio Sloveno, a Brda, un territorio vitato ricco di terreni minerali e un connubio fra mare e montagna che crea delle condizioni microclimatiche uniche e vantaggiose per la produzione di vini di qualità. Un’azienda attenta alla tutela ambientale che opta per scelte ecologiche in vigna, abbattendo solo per fare un esempio trattamenti aggressivi in viticoltura. Dal 1725 presenti sul territorio, ad oggi l’azienda vede il giovane Andrej Erzetič alla guida.
Ci approcciamo con “Amfora” a una linea di prodotti di classe firmati Erzetič. le etichette in degustazione sono state:
- Sivi Pinot 2011 (Pinot grigio in purezza)
- “Belo” 2009 (bianco con 90% Ribolla gialla e 10% Pinot bianco)
- Cabernet Sauvignon 2012
Eccoli nel dettaglio!
Sivi Pinot 2011
Con questo assaggio siamo partiti alla grande. Pinot grigio in purezza le cui uve vengono pressate dopo un giorno di macerazione a temperatura controllata. Affina per 18 mesi in barrique nuove, e successivamente in anfora per altri 12 mesi. Un bianco che si presenta alla vista limpido, con un colore paglierino tendente al dorato. Al naso è perfetto, pulito e immediato, ricco di complessità che invogliano a stare un po’ di tempo nel calice. Presenta un bouquet ampio, dalle note prevalentemente dolci, con vaniglia e frutta tropicale, sentori iodati, poi caramello e arancia candita. In bocca è straordinariamente fresco, per nulla “affaticato” dal passare del tempo: non giovane, ma in perfetta forma. Presenta un’acidità vibrante, un equilibrio apprezzabile.
“Belo” bianco 2009
Un secondo bianco da cui non sapevo minimamente cosa aspettarmi. Credo anzi che sia il bianco più maturo che io abbia mai assaggiato! Le uve vengono pressate dopo 7 mesi di macerazione in anfora, e segue affinamento per 18 mesi in barrique. Al colore si presenta con note ambrate, una leggera torbidità ma nel complesso un bell’aspetto. Al naso è più complesso del precedente, meno immediato, ma sicuramente ricco di sfumature interessanti da analizzare. Al naso presenta inizialmente una leggera ossidazione, che però non persiste lungamente nel calice. Sentori di macedonia, miele, cannella, ancora sentori iodati, poi note “bruciate” tipo caramello e (scusate l’assurdità!) quella crosticina dolciastra che si forma quando cucini la zucca al forno. Al palato è complesso, austero, strutturato, supportato da una buona spalla acida. Si percepisce nel finale anche una lieve nota tannica.
Anche qui, nonostante i dieci anni, la cosa che colpisce positivamente è l’equilibrio e la piacevolezza che fanno di questo vino un calice che non stanca il palato.
Cabernet Sauvignon 2012
L’ultimo assaggio era un Cabernet Sauvignon in purezza, le cui uve vengono pressate dopo 3 mesi di macerazione. La maturazione prevede un passaggio parziale in barrique per 18 mesi, e un affinamento in anfora per altri 12 mesi.
Alla vista abbiamo un colore rubino con un’unghia granata, mentre si apre al naso con profumi intensi con forti richiami vegetali: sottobosco, terriccio, tartufo. Continuano profumi balsamici, di radice di liquirizia e spezie. Al palato si conferma una certa nota “verde”, che lascia intuire che questo vino è ancora in fase di evoluzione. In questo calice si coglie infatti la sensazione che questo vino darà il meglio di sé nel tempo, anche se è già perfettamente godibile anche ora. Asciutto, sapido, abbastanza intenso e persistente.
Nel complesso sono rimasto piacevolmente stupito e soddisfatto della degustazione! Un’esperienza nuova molto costruttiva e dove tra l’altro ho anche bevuto bene! Ora tocca a voi amici! Che esperienza avete con questo genere di vini?
Alla prossima!