Sorelle in vigna
Andando a curiosare tra le diverse aziende del mio territorio, ho scoperto con piacere La Callaltella, una piccola cantina situata a San Biagio di Callalta, in mezzo a campi rigogliosi e stupendi. Si respira da subito un ambiente sano, fatto di tanti piccoli angoli ben curati e accoglienti. Mi aspetto già delle buone cose, e così è andata.
Pur non essendo la prima cantina in assoluto che visito, è la mia prima intervista ufficiale per Vite da vino. Vi presento allora Elisabetta, Antonella ed Elena Bonetto, tre sorelle che si definiscono “viticoltrici della terza generazione”, da quando papà Luigino ha affidato loro con orgoglio la conduzione dell’azienda, fondata insieme ai fratelli nel 1951.
Per loro lo scopo è solo uno: crescere le viti con la pazienza e la cura che si avrebbe per i propri figli. Le piante devono poter seguire lo scorrere delle stagioni, alternando le fasi produttive a quelle di riposo, senza alcuna forzatura derivata da un allevamento intensivo.
Le uve sono rigorosamente raccolte a mano, e selezionate con premura al fine di garantirne la qualità e la salubrità. In tavola deve arrivare un prodotto finito che sia buono, e soprattutto ricavato da quello che le piante hanno saputo dare di annata in annata.
Una conduzione in vigna e in cantina (quasi) tutta al femminile: a seguire da vicino le sorelle Bonetto c’è infatti lo scrupoloso lavoro di un’enologa, Maurizia Andreani.
Mentre Elena, che mi ha guidato all’interno dell’azienda, mi racconta la loro storia e filosofia, mi rendo conto che mi circondano spazi luminosi, un arredo curato e rispettoso dei 70 anni di storia dell’azienda di famiglia. Tutto sembra a sua volta incarnare lo stesso obiettivo perseguito dalle tre sorelle: quello di coltivare il proprio lavoro con cura e costante dedizione.
I vini
Venendo alle etichette, la produzione si concentra su vitigni locali quali chardonnay, pinot grigio, verduzzo, glera e manzoni bianco per i vini bianchi, e raboso veronese, pinot nero, merlot e cabernet franc per quanto riguarda i rossi.
Una piccola storia ci tiene a raccontarmi Elena sul loro “Barricato”, un vino ottenuto da uva raboso, elegante e complesso.
Per loro rappresenta ad oggi un’etichetta importante, ma soprattutto il ricordo di un caro zio, a cui devono quello che loro chiamano un “prezioso regalo”. Un vino dal carattere forte, che ricordi sempre loro l’importanza di dare al proprio lavoro un valore costante e prezioso.
Vi invito ad andarle a trovare nella loro splendida azienda, e a farvi raccontare di persona la storia del loro territorio e dei loro vini, lasciandovi abbandonare alla piacevolezza di un clima famigliare e conviviale accompagnato da un buon calice 😉
Alla prossima!
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