10 vini dal Treviso Slow Wine 2018

Domenica scorsa sono andato a curiosare alla 5a edizione di Slow Wine Treviso, degustazione di vini organizzata da Slow Food Treviso e ospitata dal BHR Treviso Hotel di Quinto.

Evento dedicato alle cantine del Triveneto inserite nell’ultima Guida di Slow Wine 2018, con quest’anno ospite la Slovenia. Ad accompagnare i vini delle oltre 70 cantine presenti, una selezione di eccellenze gastronomiche curata da Slow Food, nonché i piatti del ristorante DiVino Osteria Trevigiana.

Naturalmente non è stato possibile assaggiare TUTTI i vini dell’evento ma ci mi sono impegnato per raccontarvene qualcuno che a mio avviso merita davvero. Eccovi dunque una top ten delle migliori cantine (secondo me) presentate all’evento!

Ps: i vini presentati non sono messi in ordine di degustazione ma di preferenza in generale delle cantine e dei loro prodotti.

Le cantine

  1. MONTEVERSA

Al primo posto metto questa azienda collocata nel Padovano, a Vo’, nei pressi dei Colli Euganei; interessanti selezioni di vini bianchi e rossi con certificazione biologica dal 2010. In particolare:

  • Primaversa, moscato frizzante secco 2016: l’aspetto torbido non deve affatto intimorirvi, in quanto si tratta di un vino colfondo, e quindi non filtrato; bel vino, fresco in bocca, piacevole da bere, ricchi profumi dolci di frutta e fiori; fa affinamento in acciaio.
  • “Animaversa chardonnay”, selezione delle migliori uve di chardonnay, anche questo non filtrato, anche in questo caso abbiamo profumi molto piacevoli, e un sapore fresco e abbastanza persistente; fa affinamento in acciaio.
  • “Biodiversa”, taglio di camenère e merlot, si presenta con colori vivaci e giovani, profumi freschi, sapore più rustico ma deciso; fa affinamento in acciaio e vasche di cemento.
  • “Versacinto”, da merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc: bel colore rubino intenso con qualche sfumatura ancora violacea, profumi di piccoli frutti rossi e neri e una punta di speziatura elegante che proseguono in bocca con un sapore pieno, asciutto e di corpo; fa affinamento in vasche di cemento.
  • “Animaversa rosso”: dalle migliori selezioni di cabernet sauvignon e merlot ci aspetta un vino dal sapore più deciso e pieno e profumi più tendenti al floreale; fa affinamento in barrique e vasche di cemento.
  1. CASE PAOLIN

Azienda condotta dalla famiglia Pozzobon, siamo nella zona del Montello, dove si producono fantastici vini rossi grazie al terreno ricco di ferro, che regala complessità e longevità. Due sono i prodotti eccezionali che vi segnalo:

  • “Rosso del Milio” 2015: rosso da uve merlot e carmenère, è un vino di qualità ben strutturato, di corpo, giustamente tannico e ricco di profumi eleganti e speziati.
  • “San Carlo” 2013: questo vino mi piace da morire: taglio bordolese, è un vino robusto, persistente, elegante, dal profumo ampio e con note balsamiche, frutta matura e tostatura. Uno dei classici vini che ti raccontano qualcosa anche dopo mezz’ora che li hai aperti.
  1. CA’BIASI

Ci spostiamo nel Vicentino dove nelle eleganti colline di Breganze, crescono uve su terreni di origine vulcanica che arricchiscono i vini di preziose note minerali molto piacevoli. L’azienda Ca’Biasi mi ha colpito per due prodotti in particolare.

  • “Rosso del Teo”: splendido rosso ottenuto dalle migliori selezioni di uve merlot (65%) e cabernet (35%). Un altro rosso come piace a me, non lo nego, ma ha delle ottime carte in regola per regalare un calice pieno e soddisfacente. Colore e profumi intensi, decisamente fruttato e con qualche punta di speziatura; abbastanza morbido, sapore pieno e persistente.
  • Torcolato di Breganze 2014: fiore all’occhiello della zona di Breganze, nonché della produzione vitivinicola veneta. Passito color giallo dorato non eccessivamente intenso, profumi ricchi di frutta essiccata e disidratata, miele, fiori secchi. In bocca conquista per la sua dolcezza ben equilibrata dalle freschezze e dalla piacevole mineralità.
  1. STeraS

Merita un posto anche la Slovenia con lazienda STeraS e un vino molto interessante che ho avuto il piacere di degustare. Si chiama “Malvazija Skaron” ed è un bianco da malvasia istriana piantata su terrazzamenti nella zona di Saint Jakob.

12 mesi di riposo sulle fecce, passaggio in legno e fermentazione malolattica, che ne accentua le morbidezze e ci regala un vino bello rotondo ed elegante.

Il naso rivela da subito gli aromi primari dell’uva, ed evolve man mano nel calice lasciando spazio a sentori più complessi di frutta più matura e spezie dolci. Sapore secco e persistente, abbastanza equilibrato in freschezza. Una bella poesia!

  1. VIGNATO

Altre due chicche per i vini dolci ci arrivano da questa azienda di Gambellara con il loro:

  • “Cul d’Oro” Recioto di Gambellara DOCG 2009: vino storicamente prodotto in questa zona ottenuto da uva garganega. Il nome dato dall’azienda si riferisce alla zona di coltivazione delle viti e per il colore dei grappoli maturi. Questo goloso vino mi conquista per i suoi colori vivaci dorati, il profumo infinito di frutta e fiori dolci che in bocca rivela un sapore pieno ma al tempo stesso non stucchevole e ben equilibrato, fresco e minerale.

 

  • “Cà Ronchi” Passito Rosso IGT 2007: questa è un’autentica sorpresa! Mai bevuto un rosso passito ottenuto da uve merlot! Eppure è un passito davvero valido, strutturato e giustamente acido, con piacevoli sentori anche di caffè e cacao. In bocca si presenta abbastanza morbido, con tannini equilibrati e piacevole sapidità.
  1. NARDELLO

Ancora un vino dolce ma questa volta siamo a Soave, nella zona Classica di produzione, dove terreni di origine vulcanica regala buone mineralità ai vini.

“Suavissimus” è un altro Recioto a base di uve garganega, selezionate dai vigneti più vecchi; assaggiamo l’annata 2011, e troviamo un vino dal bellissimo colore dorato, e dai profumi di miele, frutta candita e sentori agrumati. Dolcezza equilibrata, sapore pieno e abbastanza persistente.

  1. LA PONCA

Torniamo ai vini rossi con un bel bicchiere di Schioppettino della Tenuta La Ponca: siamo a Dolina del Collio e ci troviamo praticamente al confine con la Slovenia. Qui la zona è particolarmente vocata per la produzione di vino, grazie alle sue qualità climatiche e territoriali.

Lo Schioppettino di La Ponca è un vino rosso ottenuto dalle omonime uve autoctone, e viene affinato per 10 mesi in barrique nuove e usate e per altri 6 mesi in bottiglia. Si presenta come vino strutturato che tuttavia è interessante per la sua buona beva e si gusta molto volentieri.

  1. ALBINO ARMANI

Quest’azienda lavora in diverse zone del Triveneto: la Vallagarina trentina, Valpolicella, Terradige e Marca Trevigiana nel Veneto, e nelle Grave friulane. Amo molto il loro Amarone, tuttavia oggi voglio parlarvi di un altro loro vino molto interessante, forse meno “nobile” rispetto al Amarone, ma degno di merito.

Si chiama“Casetta” ed è un vino ottenuto dalla varietà autoctona “foja tonda” originaria della Vallagarina, un po’ dimenticata nel tempo ma nuovamente rimessa in gioco dall’azienda Armani. Sono contento di aver scoperto questo vino perché mi ha conquistato per il suo carattere rustico e selvatico, che tuttavia non deve farvi pensare a un vino forte.

Certo la sua personalità ce l’ha, ma si beve davvero volentieri: la sua buona acidità ben equilibrata dalle morbidezze della fermentazione malolattica, e ha profumi decisi di note vegetali, verdi e lievemente tostate. Matura in profumi e sapore con qualche anno di invecchiamento, ma per me è già buonissimo anche da giovane!

  1. VISTORTA

L‘azienda Vistorta ha presentato invece un unico vino ma di 3 annate diverse: si tratta del loro fiore all’occhiello, un Merlot in purezza proveniente dalle Grave del Friuli, dove i terreni argillosi permettono di produrre grandi vini rossi.

16 vigneti vendemmiati e vinificati separatamente, dove la scelta delle migliori uve contribuisce a regalare ai vini sfumature uniche di profumi e sapori.

Assaggio le annate 2012, 2005 e 2002. Il 2012 si presenta ricco di profumo intenso, fruttato e con una bella punta di anice, vino di corpo e di buona persistenza. Il 2005 regala invece dei profumi ancora più intensi, speziati ma con qualche nota piacevolmente vegetale, di sottobosco, mentre il sapore è più deciso e asciutto.

Il 2002 infine è il prodotto di un’annata difficile: i profumi sono meno intensi, quasi chiusi, e anche il sapore è meno robusto, tuttavia non è un vino da scartare perché conserva una beva abbastanza piacevole.

Il mio assaggio preferito tuttavia va all’annata 2005, davvero speciale!

  1. ADAMI

Last but not least, andiamo nella Marca Trevigiana con un prodotto tipico: il Prosecco di Valdobbiadene. Quello che vi presento è il loro “Bosco di Gica”, ed è uno spumante brut che deve il nome a un piccolo bosco storico.

Ottenuto dal 95-97% di glera e 3-5% di chardonnay, è un vino che gradisco per le sue piacevoli note di spezie dolci, mela gialla, e fiori gialli; in bocca è gradevolmente sapido e abbastanza persistente, con qualche nota di rotondità che lo rende ideale a chi non ama le bollicine troppo decise e acidule.

 

Spero che prima o poi abbiate l’occasione di assaggiare qualcuno di qualcuno di questi vini, perché a mio avviso ne vale davvero la pena! Chissà invece cosa ci riserverà l’anno prossimo Treviso Slow Wine

Alla prossima!